N.7 Giugno 2025
Locus | Magazine Digitale
HSL Advisors
A distanza di quasi sei anni dalla sua introduzione, avvenuta con il Decreto Ministeriale del 7 maggio 2019, proviamo a esprimere una valutazione sull’efficacia e sulle potenzialità di questo strumento a sostegno delle PMI che intendono avvalersi di manager dell’innovazione qualificati e indipendenti.
Il “Voucher per consulenza in innovazione” è un’agevolazione proposta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) per sostenere le micro, piccole e medie imprese (MPMI) e le reti d’impresa nei processi di trasformazione tecnologica e digitale.
L’obiettivo è favorire l’introduzione in azienda di figure manageriali qualificate in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi, incluso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
I manager professionisti, inseriti temporaneamente nelle strutture aziendali, hanno il compito di accelerare la trasformazione tecnologica e digitale, promuovendo l’adozione di soluzioni avanzate come intelligenza artificiale, cyber security, cloud computing e robotica collaborativa, ma anche, e non è affatto secondario, sostenendo il processo di managerializzazione delle PMI.
Le imprese possono beneficiare di contributi a fondo perduto secondo i seguenti criteri:
- Micro e piccole imprese: finanziamento fino al 50% delle spese sostenute, con un massimo di 40.000 euro.
- Medie imprese: copertura fino al 30%, con un tetto massimo di 25.000 euro.
- Reti d’impresa: finanziamento fino al 50% con un massimo di 80.000 euro.
Per accedere al voucher, le consulenze devono avere una durata minima di nove mesi e devono concentrarsi su processi di innovazione e digitalizzazione, con l’obiettivo di rafforzare la competitività e la resilienza aziendale in un mercato in continua evoluzione.
Oltre al vantaggio economico diretto, questa misura apporta numerosi benefici strategici alle imprese, incidendo in tre principali ambiti: cultura aziendale, competenze interne e strumenti operativi.
Rivoluzione culturale: un nuovo mindset aziendale
L’introduzione di figure manageriali esperte non si limita a un semplice supporto operativo, ma porta un vero e proprio cambiamento culturale all’interno dell’azienda. Spesso le imprese, specialmente quelle di piccole dimensioni, tendono a rimanere ancorate a modelli gestionali tradizionali e poco inclini all’innovazione. Grazie a questa misura, si instaura un nuovo approccio, basato sull’apertura al cambiamento e sull’integrazione della tecnologia come elemento strategico.
La cultura aziendale evolve verso una maggiore flessibilità e una capacità di adattamento ai mutamenti del mercato. La digitalizzazione e l’innovazione non vengono più percepite come costi, ma come investimenti fondamentali per la crescita e la competitività. Inoltre, il processo di innovazione stimola la creatività e la collaborazione tra i dipendenti, portando a un ambiente di lavoro più dinamico e produttivo. Un’azienda innovativa è un’azienda che attrae talenti, fidelizza i propri collaboratori e si differenzia nel mercato per la sua capacità di anticipare le tendenze future.
Potenziamento delle competenze interne
Uno dei principali vantaggi della misura è il trasferimento di conoscenze. I manager dell’innovazione non solo implementano nuove tecnologie, ma formano il personale aziendale, aumentando il livello di competenza e preparazione del team. Questo processo consente alle imprese di mantenere e sviluppare in autonomia le innovazioni introdotte, rendendo sostenibile il cambiamento nel lungo periodo. L’apprendimento di nuove metodologie e strumenti consente ai dipendenti di acquisire una mentalità proattiva, diventando parte integrante della trasformazione aziendale. Il team non solo apprende nuove tecniche, ma sviluppa la capacità di analizzare, sperimentare e innovare costantemente. Questo aspetto è cruciale in un contesto economico in cui la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti determina il successo o il fallimento di un’impresa. Le competenze interne acquisite non si limitano al solo aspetto tecnologico, ma si estendono anche alle strategie di business, migliorando la capacità decisionale e gestionale dell’intera organizzazione.
Tutto si traduce in strumenti concreti
L’attività di consulenza non si esaurisce in teorie o concetti astratti, ma porta alla realizzazione di strumenti pratici e operativi che restano a disposizione dell’azienda. Le metodologie adottate si traducono in modelli organizzativi, strategie digitali, strumenti di analisi e sistemi di monitoraggio che possono essere utilizzati per ottimizzare i processi e migliorare l’efficienza operativa. L’impresa non solo beneficia del supporto di un esperto, ma acquisisce un vero e proprio kit di strumenti che le permette di affrontare con maggiore consapevolezza le sfide future. Questo significa passare dalla teoria all’azione concreta, dalla visione all’esecuzione, trasformando l’innovazione in un vantaggio competitivo duraturo. Ogni consulenza si traduce in una roadmap chiara, con indicatori di performance e strumenti di gestione che permettono di monitorare e migliorare costantemente i risultati. In questo modo, l’innovazione non è un evento isolato, ma un processo continuo che entra a far parte del DNA aziendale.
Conclusione
Il Voucher per consulenza in innovazione è molto più di un semplice incentivo economico: rappresenta un’opportunità strategica per rivoluzionare il modo in cui le imprese italiane affrontano la trasformazione digitale. Grazie a questo strumento, le aziende possono non solo accedere a competenze qualificate, ma soprattutto cambiare mentalità, sviluppare nuove competenze e dotarsi di strumenti concreti per affrontare il futuro. Investire nell’innovazione non è più un’opzione, ma una necessità per rimanere competitivi in un mercato in continua evoluzione.